Sigarette elettroniche, il boom continua

16.05.2013 09:03

In aumento i consumatori di e-Cig. I produttori: «Una eventuale tassa non ci spaventa». I dubbi degli esperti

MILANO - Un milione e mezzo di "svapatori", circa il 15% dei fumatori italiani. E il fenomeno sembra destinato a crescere. Perché sono tanti quelli che, dopo aver provato la sigaretta elettronica, hanno diminuito il consumo personale di tabacco attraverso il passaggio al nuovo fumo, totale (sostituzione con i pacchetti di bionde) o parziale. «Non prevediamo una riduzione di clienti, l’eventuale tassa ipotizzata dal governo non ci spaventa», afferma Massimiliano Mancini, presidente di Anafe, l’associazione che rappresenta i produttori di questi piccoli e popolarissimi strumenti che hanno rivoluzionato il concetto di fumo. Proprio lunedì la prospettiva di una accisa sulle elettroniche contenenti nicotina, che assorbono l’80% del mercato, il 10% costituito da quelle a base di acqua e aromi, è tramontata ma non si escludono nuove riformulazioni. Il boom è cominciato la scorsa estate a tre anni dall’avvento sul mercato italiano.

 

I NUMERI - Ogni anno uno svapatore spende circa 350 euro, compresi kit iniziale, ricariche e accessori, circa 1 euro al giorno. Sono stati aperti circa 2mila negozi specializzati, per la maggior parte monomarca. Dal nord, la diffusione dei punti vendita si è velocemente estesa al centro e al sud del Paese. Dati più precisi sulle modalità di consumo verranno diffusi il 31 maggio durante la Giornata mondiale contro il fumo. I risultati di un’indagine Doxa, elaborati dall’Osservatorio dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) diretto da Roberta Pacifici. Per la prima volta dall’introduzione della legge dell’ex ministro della Sanità Girolamo Sirchia che bandì il fumo in tutti gli esercizi pubblici e privati la percentuale dei clienti del tabacco ha toccato il record: meno 8%. Ciò è probabilmente da attribuire in gran parte all’affermazione della cosiddetta e-Cig anche se un buon contributo per quanto riguarda la rinuncia al tabacco "combusto" sarà legata alla crisi economica e alla necessità delle famiglie di tagliare le spese superflue. L’Iss sospende il giudizio. Certamente il passaggio dal tabacco, con il suo fardello di sostanze nocive e cancerogene, a prodotti che ne eliminano l’inspirazione va intesa come una modalità di "riduzione del danno".

STOP FUMO - Secondo la Pacifici però «va sospeso il giudizio sull’efficacia delle sigarette elettroniche dal punto di vista di dissuefazione dal fumo. Non sappiamo quanti consumatori dopo un primo periodo tornano ai pacchetti tradizionali. Questo strumento andrebbe comunque inserito in un percorso terapeutico complessivo che include altri interventi». Insomma, sarebbe meglio non ricorrere al fai da te per avere possibilità maggiori di ridurre il desiderio di tornare al fumo classico, molto più pericoloso. Il rischio è che funzioni un po’ come nelle diete fai da te. All’inizio di dimagrisce, poi i chili tornano. L’Iss a dicembre ha concluso il lavoro su un documento che esprimeva un giudizio negativo sulla funzione delle e-Cig, specie fra i minorenni. Per loro potrebbero costituire una sorta di iniziazione anche per quanto riguarda la gestualità.

GLI ESPERTI - Alcuni oncologhi, a cominciare da Umberto Veronesi, hanno sottolineato l’importanza del concetto di riduzione del danno e dei vantaggi della e-Cig sul pianto della riduzione del rischio di tumori polmonari. D’accordo Umberto Tirelli, direttore del dipartimento di oncologia medica dell’Istituto tumori di Aviano: «Tassare le sigarette elettroniche? Sarebbe stato un errore perché assicurano una minore introduzione di sostanze cancerogene legate alla combustione tradizionale e che sono alla base di malattie ben note. In questi casi non bisognerebbe pensare ai minori introiti del fisco ma ai vantaggi per la salute». Il neurochirurgo del Policlinico Gemelli Giulio Maira, che dedicherà ai tumori al cervello il prossimo convegno dell’associazione per la ricerca Atena, non è convinto dell’innocuità delle elettroniche: «Non si può affermare che non inducano una modificazione. Sarei prudente, non vorrei che un domani ci accorgessimo che sono dannose».